23 febbraio 2015
Discriminare i furbi da chi ha veramente bisogno
Forse ne ho già parlato, ma ogni giorno in fabbrica succede di tutto e i lavoratori presenti sono di tutti i tipi: bravi, medi e furbi (o meno).
Usare lo stesso metro di misura è spesso difficile soprattutto nell’ambito delle limitazioni sanitarie oppure da quanto dice il lavoratore per il effettivo o presunto suo disagio lavorativo.
Una signora dopo tanto tempo torna al lavoro. Ha limitazioni da parte del medico di un certo tipo. Passo di lì e chiedo come sta. Lei mi dice “eh, sa, qui tocca tener duro; l’altra notte dai dolori non ho dormito niente, ma il lavoro è lavoro e quindi faccio meglio che posso”. Parliamo della sua modalità di lavoro da seduta e cosa con il preposto hanno concordato come attività lavorativa. “Brava persona” penso, mi pare di aver appena parlato con un parente a cui vuoi bene anche se non lo vedi mai, ma sai di che pasta è fatto. Una persona ok. E anche l’azienda ha capito e apprezza, supportandola al meglio.
Un lavoratore si sa (news tratta dalla solita “radio-fabbrica international”) non vuole fare un determinato lavoro che lui ritiene pesante. Appena spostato dal capo reparto a quella attività, adduce fastidi e allergia agli occhi. Passo di lì chiamato dal capo reparto e chiedo come sta: mi dice che forse è allergico ai pollini (d’inverno?) e che forse si è toccato con la mano sporca. Ovviamente si sospende l’attività con il preposto che mi guarda e senza dire parola con gli occhi mi chiede “cosa gli do da fare a questo?”. Penso: “radio-fabbrica international ha sempre ragione…”
Se potessimo discriminare i furbi da chi ha veramente bisogno di esser seguito e aiutato, ci sarebbero meno ingiustizie in fabbrica e le malattie professionali sarebbero quelle veramente legate alla professione, non sottovalutate e nenche sopravalutate – non ci sarebbe chi stringe i denti per andare avanti e chi invece con la scusa di aver fastidi alla fine non fa nulla e prende la paga come gli altri che lavorano normalmente.
Scritto il 24-2-2015 alle ore 07:11
[…] Forse ne ho già parlato, ma ogni giorno in fabbrica succede di tutto e i lavoratori presenti sono di tutti i tipi: bravi, medi e furbi (o meno). continua qui […]
Scritto il 25-2-2015 alle ore 11:06
Innanzitutto dr. Fonzar grazie per aver esposto la questione. Ironicamente pensavo che i furbi alloggiassero soprattutto nella pubblica amministrazione a volte con la maldestra complicità delle organizzazioni sindacali, evidentemente mi sbaglio. Sono convinto della necessità che a fianco del Medico Competente e comunque nell’attività di sorveglianza sanitaria a garanzia del Datore di Lavoro si debba prevedere la figura dello Psicologo che consultato obbligatoriamente e periodicamente sulla salute “benessere/malessere” dei lavoratori faccia emergere (ancora meglio, prevenendole) quelle situazioni che sfociano in atteggiamenti furbeschi che indeboliscono le tutele collettive.
Scritto il 26-2-2015 alle ore 11:47
Se il lavoratore inventa il suo malessere ed è idoneo alla mansione (è stato sottoposto a visita preventiva ex art. 41 c. 2 lett. d) D.Lgs. 81/2008?), i suoi responsabili non dovrebbero ratificare l’imbroglio. Se viceversa non inventa il suo malessere, l’eventuale inidoneità alla mansione – senza possibilità di repechage – porta dritto al licenziamento, non a percepire la paga “senza far nulla”. Ecco perché la signora tiene duro nonostante i dolori e il presunto furbo evita facilmente i lavori pesanti.